Ogni volta lo danno per morto, ogni volta lo risollevano. Non i suoi
elettori o compagni di partito, ma i suoi oppositori. La Stampa in primis.
Venti anni di storia non hanno
insegnato nulla. Cosi, quando il signor
B., ormai 77enne, appariva debole e
stordito è arrivato il “soccorso rosso”. Il primo a fare il suo gioco è stato Michele
Santoro. Con degli ospiti in studio che dovevano essere gli accusatori dell’ex
Presidente del Consiglio, che sembravano delle educande alle prese con un
frequentatore di bische clandestine e prostitute di strada.
Da li è iniziato il delirio. Ogni
suo starnuto diventava una notizia. Titoloni in prima pagina, aperture di
telegiornali. L’Italia, almeno quella dei media, quella che detta l’agenda
quotidiana, sembrava non potere fare a meno di questa grande e inaspettata novità.
Dimenticati scandali, ruberie, corruzione e incompetenza, la rivoluzione liberale, il nuovo miracolo italiano, il milione di posti di lavoro, sono stati sostituiti da una nuova e mirabolante promessa: il rimborso dell’Imu, la cui abolizione già nel 2008, quando si chiamava Ici, aveva risollevato le sorti dell’economia italiana. Ah, no, non è andata cosi?
Dimenticati scandali, ruberie, corruzione e incompetenza, la rivoluzione liberale, il nuovo miracolo italiano, il milione di posti di lavoro, sono stati sostituiti da una nuova e mirabolante promessa: il rimborso dell’Imu, la cui abolizione già nel 2008, quando si chiamava Ici, aveva risollevato le sorti dell’economia italiana. Ah, no, non è andata cosi?
IL DELIRIO MEDIATICO - In ogni dibattito tutti tiravano
fuori il nome di questa vergine della politica: “Ma Mister B. ha detto che…”. E
cosi nella trappola sono caduti anche i suoi concorrenti. Tutti pronti a
discutere intorno ai temi dettati dal nano. A rincorrersi sul terreno delle
promesse e a dimenticare il proprio ruolo. Tutti, tranne, uno: Grillo, che
stranamente è risultato il vincitore morale di queste elezioni.
Da anni si sa che l’elettorato
del signor B. è composto principalmente da persone di bassa cultura, pensionati
e casalinghe su tutti. Persone facilmente influenzabili, che tendono a
dimenticare il passato, soprattutto quando c’è una gran cassa di media amici e
nemici, che contribuiscono alla causa. Perché, come sapeva anche mia nonna,
“nel bene e nel male purché se ne parli”. E su quella risma di chiacchiere,
positive e negative, Mister B. costruisce il suo percorso. E il suo consenso. E
metterlo in prima pagina nel giorno del voto, perché ha violato il silenzio
elettorale, non fa altro che fare il suo gioco.
CONDONO, PERCHE' NO? - I media lo hanno rimesso in pista. Ma non basta certo questo fenomeno
mediatico a spiegare il ritorno di Mister B. Ci sono, a mio parere, almeno
altri due motivi. Il primo è la paura che hanno
generato il signor Bersani e la sua coalizione, incapaci di fare capire che
tipo di Italia volessero offrire ai propri elettori. E cosi con le imprese che
chiudono, la gente che perde il lavoro, le cartelle talvolta inique di
Equitalia (non dimentichiamo creata nel 2005 dal Governo del Nano), quando è giunto il secco no al condono da Bersani e compagnia, più
di qualcuno sarà rimasto un po' spaventato. C’è la crisi e le persone, le
aziende, hanno bisogno di respirare, non di essere strangolate.
I PICCOLI PARTITI - L’altro motivo del ritorno di
Mister B. è puramente tecnico. Il suo partito, il Pdl, ha preso una bella
mazzata. Alla Camera ha ottenuto il 21,6% (37,4% nel 2008) ma una grossa mano
gli è arrivata da una serie di partiti e partitini minori, ben sette, che gli
sono valsi il 4.12%. Decisivo l’apporto di queste liste al Senato, con dieci
partiti, alcuni sconosciuti e alcuni con percentuali davvero minime, che hanno
raccolto in totale il 4.03%, risultando decisive in più di qualche regione.
La coalizione del signor Bersani
da queste liste minori, due alla camera e quattro al Senato, ha ottenuto
rispettivamente solo lo 0,92% e l’1,2%. E uno sforzo per recuperare almeno i
Radicali poteva essere per lo meno fatto.
Nessun commento:
Posta un commento