lunedì 5 marzo 2012

NO TAV, IL TUNNEL NEL FUTURO O IL FUTURO NEL TUNNEL?


Una settimana intensa quella che ha caratterizzato la questione No Tav. Che ha portato a qualche risultato: dal punto di vista dell’ordine pubblico e dell’informazione sembra essersi rotta, almeno in parte, quella cortina di pensiero unico, che voleva screditare i manifestanti e farli passare tutti per dei violenti, senza arte, né parte. Dall’altra si stanno iniziando a fare luce, anche ai meno coinvolti, le motivazioni della  protesta del valsusini. Arrivare ad una sintesi rimane però sempre difficile. 



LA VAL DI SUSA- CLICCA PER LA  MAPPA MULTIMEDIALE DELLA STAMPA
Il Governo sostenuto da quasi tutte le forze parlamentari, fa sapere che la costruzione della nuova Tav deve andare avanti. “Abbiamo riesaminato il progetto e preso questa decisione”. Le motivazioni non vengono spiegate e il presidente Monti sembra chiedere un atto di fede.
Il movimento Tav risponde con una bella giornata a base di polenta, senza per questo abbassare i toni della protesta. Una delle loro motivazioni più forti e plausibili è l’esistenza della vecchia linea, che passa per Bardonecchia e poi per Modane. Dove i treni sino agli anni '80 si fermavano, per fare salire i controlli della dogana. Altri tempi. Attualmente su quella linea transita il Tgv, il FrecciaRossa francese che collega Milano e Parigi. La  proposta dei No Tav è di utilizzare e rafforzare quella linea, evitando cosi di costruire questo grande  tunnel, lungo ben cinquantasette chilometri, che buca le Alpi.



IL PREZZO UMANO - Quando si scava sotto la montagna bisogna pensarci bene. Perché i rischi non mancano. Anche quelli umani. Per la costruzione del Traforo del Monte Bianco, lungo 11, 6 chilometri e iniziato nel lontano 1959, ci furono 21 vittime. Altre 40 sono morte nel rogo scoppiato sotto la galleria nel 1999. E dodici vittime, dati questi diffusi dai Notav, ci sono stati nelle opere di costruzione delle ferrovie Milano – Torino e Bologna - Firenze. Colpa, secondo alcuni, anche della diffusione dei sub-appalti, che fa si che la grossa ditta che vince la gara per i lavori, la subappalti ad un’altra, che fa lo stesso. Una sorta di gioco di scatole cinesi senza fine. Con un conseguente abbassamento del costo del lavoro e delle misure di sicurezza.



TROPPE SALITE - Rafforzando la vecchia linea si avrebbe comunque una linea ad alta velocità, evitando spreco di risorse inutili, opere costose e rischiose e conflitti sociali. Il problema quindi è stato individuato? Neanche per sogno! Leggendo una intelligente e animata mappa messa a punto dalla Stampa, viene fuori un nuovo problema. Anche nel tracciato attuale che collega Torino a Lione esiste già una galleria, ma il problema sarebbe la pendenza massima di questo percorso: ben il 33%, che rende difficile e costoso il trasporto delle merci. Il nuovo progetto prevede, invece, una galleria più pianeggiante che passa tutta sotto la montagna e una pendenza massima del 13%.



MERCI AD ALTA VELOCITA' - Quindi il problema è tutto nel trasporto delle merci, visto che per un tratto cosi breve a rigor di logica non conviene spendere miliardi di euro e anni di duro lavoro sotto la montagna per costruire una nuova tratta per i passeggeri, ma potenziare  la vecchia. In un momento in cui, tra l’altro, ci fanno sapere sempre i No Tav, il traffico di viaggiatori e merci è in calo. La nuova galleria faciliterebbe quindi il trasporto di merci su rotaia tra Francia e Italia. Un trasporto ad alta velocità che finora non è stato mai sfruttato sulle tratte già esistenti nella nostra penisola. E che riguarderebbe il futuro. Se arriva. Cosi come il famoso corridoio cinque, di cui farebbe parte la tratta Lione – Torino, che nei progetti collegherebbe la penisola iberica, alla capitale ucraina Kiev. Ma che per ora si ferma a Milano. Senza dimenticare che, secondo dati dei Si Tav, sotto la galleria i treni merci non potrebbero superare i 100 chilometri. L'unico vantaggio, legato al percorso meno altalenante, sarebbe quello del risparmio energetico, con tre locomotrici necessarie per i merci sulla linea esistente ed una sola per quella prevista. 



IL FUTURO NEL TUNNEL - A noi alieni, che cerchiamo sempre di capire le cose prima di schierarci da un lato o l’altro (sulla gestione dell’ordine pubblico e dell’informazione mi sono già espresso negativamente nell’articolo scritto la settimana scorsa, prima dell’episodio della “pecorella”), la questione no tav rimane di difficile soluzione. Un trasporto veloce ed efficiente per merci e persone, che colleghi tutta l'Europa è affascinante, ma per ora del corridoio cinque esiste solo qualche traccia. Manca tutta la parte dell'est Europeo e in Italia è in costruzione la tratta che arriva sino a Padova. Si scommette su un futuro che ancora non c'è, compreso il trasporto veloce delle merci. C'è da capire se questo trasporto veloce delle merci, tenendo conto di tutte le problematiche (sicurezza, ambiente, economia e quant’altro),  giustifica la costruzione di un tunnel cosi lungo e impegnativo, oppure no.  E se l'alternativa del vecchio percorso per la costruzione della Tav è praticabile, oppure no.

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