mercoledì 17 aprile 2013

Sette Mosse per lo Stallo


Da Alfano, passando per Monti. Per finire con Grillo. Tutti hanno contribuito a creare questa situazione di stallo politico, da cui ora bisogna uscire. 

Il primo errore è stato quello di Monti. Alle dichiarazioni di Angelino Alfano, che il 7 dicembre dichiarava conclusa l’esperienza del Governo Monti. Ha fatto seguire il giorno dopo le immediate dimissioni. Troppo veloci.

Secondo errore: le primarie del Pd. Scelta sacrosanta in teoria, perché dava ai suoi elettori la possibilità di scegliere i propri candidati. Scelta negata dal Porcellum. Ma i tempi erano troppo stretti e in questo caso il Partito ha dovuto superarsi per fare le votazioni il 30 Dicembre. Il giorno prima Capodanno. Il risultato è che da li in poi il Pd ed il suo leader Bersani si sono “imballati”. Incapace di parlare agli italiani per quasi due mesi e attrarre voti, ha perso tutto il vantaggio che gli era arrivato dalle primarie di Ottobre, quelle per il candidato premier.  (Sondaggi 4 dicembre Pd al 36%, elezioni febbraio 25,4%)

Terzo errore: Monti. Di nuovo lui, anche se la colpa peggiore per me ricade sui suoi consiglieri. Invece di concentrarsi sul programma, si è perso nelle lotte interne contro Vendola e il Pd. Forse convinti di avere la vittoria in tasca i tre protagonisti, si sono impegnati nella presunta spartizione del potere all’interno di quella che avrebbe potuto essere la futura coalizione di Governo. Ridurre la sinistra, per avere più spazio e potere al centro. Ma prima si dovevano vincere le elezioni. Un piccolo particolare che qualcuno si è dimenticato.



Quarto errore: risollevare il Cavaliere, ancora lui. Dopo averlo affossato nei mesi precedenti, il mese prima il voto arriva il nuovo miracolo. Alla sua nuova promessa elettorale sul taglio dell’Imu, tutti si sono prostrati ai suoi piedi. I Media lo hanno osannato, nel bene e nel male, dandogli uno spazio esagerato. Quasi come fosse una verginella alla sua prima apparizione pubblica, dimenticando i disastri, i processi, gli errori e orrori, dei venti anni precedenti. Hanno fatto il suo gioco. E lui ha ringraziato.  

Quinto errore: quello dei suoi avversari. Invece, di portare avanti, un proprio discorso. Il proprio programma. Di giustificare le proprie scelte, nel caso di Monti: “Abbiamo dovuto imporre tasse per questo e quest’altro motivo…”, hanno rincorso l’ex presidente del Consiglio proprio sul terreno del taglio delle tasse. Pessima scelta.

Sesto errore: quello di Grillo. Praticamente perfetto sino al giorno delle elezioni. Di fatto l’unico che è andato avanti per la sua strada (Leggi La Lezione di Grillo, L’Errore di Monti), venendo premiato dagli elettori. E ottenendo un successo, che neanche lui si aspettava cosi largo. Ma la politica è anche compromesso. Una volta che hai portato le tue istanze in Parlamento e nel dibattito parlamentare hai già raggiunto un ottimo risultato. Provare a metterle in pratica è la mossa successiva. Cosa che di fatto Grillo ha rinunciato a fare in queste settimane.

Settimo errore: Speriamo non ci sia. Anche in questo momento di incertezza, In qualche modo siamo riusciti a tenerci a galla e a non perdere il lume della ragione. Una menzione particolare, la merita il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Che con i dieci saggi ha sfoderato un’altra mossa imprevista, per tentare di risollevarci da questo baratro e da questo stallo. E per rialzare il livello del dibattito politico. 

Ora però, dobbiamo iniziare a fare delle scelte e non possiamo permetterci ulteriori errori. A partire dal successore di Napolitano. Che, speriamo, sia qualcuno in grado di assolvere ad un compito cosi gravoso e importante, come quello di affrontare e superare  questo particolare momento storico.

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