Da Alfano, passando per Monti. Per finire con Grillo. Tutti hanno contribuito a creare questa situazione di stallo politico, da cui ora bisogna uscire.
Il primo errore è stato quello di
Monti. Alle dichiarazioni di Angelino Alfano, che il 7 dicembre dichiarava
conclusa l’esperienza del Governo Monti. Ha fatto seguire il giorno dopo le immediate dimissioni. Troppo veloci.
Secondo errore: le primarie del Pd.
Scelta sacrosanta in teoria, perché dava ai suoi elettori la possibilità di
scegliere i propri candidati. Scelta negata dal Porcellum. Ma i tempi erano
troppo stretti e in questo caso il Partito ha dovuto superarsi per fare le
votazioni il 30 Dicembre. Il giorno prima Capodanno. Il risultato è che da li in poi il Pd ed il suo
leader Bersani si sono “imballati”. Incapace di parlare agli italiani per quasi
due mesi e attrarre voti, ha perso tutto il vantaggio che gli era arrivato
dalle primarie di Ottobre, quelle per il candidato premier. (Sondaggi 4 dicembre Pd al 36%, elezioni
febbraio 25,4%)
Terzo errore: Monti. Di nuovo
lui, anche se la colpa peggiore per me ricade sui suoi consiglieri. Invece di concentrarsi sul programma, si è perso nelle lotte
interne contro Vendola e il Pd. Forse convinti di avere la vittoria in tasca i tre protagonisti,
si sono impegnati nella presunta spartizione del potere all’interno di quella che avrebbe potuto essere la futura coalizione di Governo. Ridurre la sinistra, per avere più spazio e potere al centro. Ma prima si
dovevano vincere le elezioni. Un piccolo particolare che qualcuno si è
dimenticato.
Quarto errore: risollevare il
Cavaliere, ancora lui. Dopo averlo affossato nei mesi precedenti, il mese prima il voto arriva il nuovo miracolo. Alla sua nuova promessa elettorale sul taglio dell’Imu,
tutti si sono prostrati ai suoi piedi. I Media lo hanno osannato, nel bene e
nel male, dandogli uno spazio esagerato. Quasi come fosse una verginella alla
sua prima apparizione pubblica, dimenticando i disastri, i processi, gli errori
e orrori, dei venti anni precedenti. Hanno fatto il suo gioco. E lui ha
ringraziato.
Quinto errore: quello dei suoi
avversari. Invece, di portare avanti, un proprio discorso. Il proprio
programma. Di giustificare le proprie scelte, nel caso di Monti: “Abbiamo
dovuto imporre tasse per questo e quest’altro motivo…”, hanno rincorso l’ex presidente
del Consiglio proprio sul terreno del taglio delle tasse. Pessima scelta.
Sesto errore: quello di Grillo.
Praticamente perfetto sino al giorno delle elezioni. Di fatto l’unico che è andato
avanti per la sua strada (Leggi La Lezione di Grillo, L’Errore di Monti),
venendo premiato dagli elettori. E ottenendo un successo, che neanche lui si aspettava cosi largo. Ma la politica è anche
compromesso. Una volta che hai portato le tue istanze in Parlamento e nel dibattito parlamentare hai già raggiunto un ottimo risultato. Provare a metterle in pratica è la mossa successiva. Cosa che di fatto Grillo ha rinunciato a fare in queste settimane.
Settimo errore: Speriamo non ci
sia. Anche in questo momento di incertezza, In qualche modo siamo riusciti a tenerci a galla e a non perdere il lume della ragione. Una menzione particolare, la merita il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Che
con i dieci saggi ha sfoderato un’altra mossa imprevista, per tentare di
risollevarci da questo baratro e da questo stallo. E per rialzare il livello del
dibattito politico.
Ora però, dobbiamo iniziare a fare delle scelte e non possiamo permetterci ulteriori errori. A partire dal successore di Napolitano. Che, speriamo, sia qualcuno in grado di assolvere ad un compito cosi gravoso e importante, come quello di affrontare e superare questo particolare momento storico.
Ora però, dobbiamo iniziare a fare delle scelte e non possiamo permetterci ulteriori errori. A partire dal successore di Napolitano. Che, speriamo, sia qualcuno in grado di assolvere ad un compito cosi gravoso e importante, come quello di affrontare e superare questo particolare momento storico.
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