Sono
rimasto un po' sorpreso nel leggere che due dei ragazzi arrestati per gli
scontri del 15 ottobre a Roma, sono stati condannati a quattro e cinque anni di
carcere. Una pena eccessiva per due motivi: uno storico, che riguarda quella
giornata nel suo complesso; l’altra più particolare, legata all’arresto di
questi giovani, avvenuto in serata quando il grosso degli incidenti era già
finito e quelle che si stavano verificando erano delle “scaramucce”
rispetto alle violenze del primo pomeriggio.
Un
momento, quello dell’arresto, che è stato ripreso da un video. Nelle immagini
si vedono i ragazzi “accompagnati” da un folto gruppo di agenti in tenuta
antisommossa, mentre una signora urla dal suo balcone: “Non sono loro, non sono
loro che dovete prendere. Loro stavano buoni”. Un video che, stando a quanto
riportato da un’agenzia di stampa, non è stato inserito, e ignoro il perché,
nel fascicolo del Pm.
Ad inchiodare i due ragazzi sono state le testimonianze dei poliziotti, che hanno dichiarato di averli visti lanciare "pietre ed altri oggetti contundenti ed esplodenti" contro le forze dell'ordine e di aver usato anche "manici di piccone" e altri oggetti atti ad offendere.
Stando alle immagini, la situazione appare molto più tranquilla e non si vedono auto bruciare o lanci di molotov, ma solo dei cassonetti della spazzatura utilizzati per costruire delle barriere. A completare il quadro c’è, poi, il fatto che la difesa dei ragazzi (forse non all’altezza?) ha chiesto il rito abbreviato, che prevede uno sconto della pena di un terzo: questo vuol dire che la pena totale, senza il rito abbreviato, sarebbe stata di quindici anni. Una pena davvero eccessiva, degna di un mafioso.
VISIONE
STORICA - L’altro
motivo è storico e riguarda quella giornata nel suo complesso. Non sono un
fanatico, né uno che si esalta per atti violenti o presunti moti di piazza, ma
quella giornata, secondo la mia opinione, va analizzata da un punto di vista
storico e non di mera cronaca teppistica. Quello che successe quel giorno a
Roma fu l’inizio di una vera e propria rivolta sociale, con buona pace di
quelli che si lamentano che in Italia non ci si ribella mai.
Solo il
giorno prima un Governo ormai allo stremo aveva ottenuto l’ennesima fiducia,
con 316 voti a favore, contro 301. Un Governo in decadenza, corrotto, pronto a
tutto per rimanere al potere, nonostante un calo di consensi molto ampio,
l’impossibilità di governare e una situazione economica disastrosa. A tenerlo
in piedi da quasi un anno erano state le solite regalie, con posti di potere,
finanziamenti e quant’altro, promessi ai cosiddetti “responsabili”, arrivati da
vari schieramenti a sostenere il Governo, dopo l'uscita di Fini, alla Camera
già nel dicembre 2010. Non solo i vari Scilipoti, ma anche Catia Polidori (Miss
Cepu) Aurelio Misiti, Giuseppe Galati, Guido Viceconte, subito nominati
sottosegretari dopo il voto di fiducia del Governo.
E
mentre il paese affondava, il Governo rimaneva incollato alle poltrone,
raccontandoci le solite favole, con una disoccupazione a livello record in
Europa, per quanto riguarda i giovani. E, non a caso, a testimonianza di un
disagio sociale diffuso, sono stati i giovani e i giovanissimi i
protagonisti di quella giornata di rivolta. Senza dimenticare che su queste
tensioni sociali c'è sempre qualcuno che ci soffia, ma questo è un altro
discorso.
Ora è
normale, non può essere altrimenti, che la giustizia faccia il suo corso ed
emetta le sue sentenze. Non c'è pero bisogno di sentenze esemplari però, visto
che quello che è successo non va inquadrato nel teppismo, ma nella rivolta
sociale. Che si è incendiata e si è spenta, almeno spero, appena il
Governo in carica si è fatto da parte.
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