Piazza di Spagna sotto la neve |
Non amo le polemiche
pretestuose. Nevica, venerdi 3 febbraio alle 15, in tutta Italia. O quasi. Con precipitazioni davvero
inusuali per la nostra penisola. Di quelle che avvengono ogni 20, 30 anni.
Con una pertubazione del genere è normale, forse umano, che ci siano dei
disservizi e delle difficoltà. Specie da noi, dove non siamo abituati a queste
nevicate ed effettivamente, non siamo abituati neanche ad organizzarci in
maniera efficiente, soprattutto in questi ultimi anni di bunga – bunga e “bufera”
politica.
Il freddo è di quelli che..
ghiacciano. Sta provocando danni e vittime anche nell’est europeo,
dove i morti sono già oltre cento. E lì all'inverno siberiano sono abituati. Vittime e disagi anche nella più evoluta ed
efficiente Germania, della tanto citata cancelliera Merkel. Un bollettino
meteo, che sa di guerra.
E il freddo è arrivato sino a
Roma. Cosi quando il sindaco Alemanno, che ho sempre duramente criticato
per avere speculato sulla questione sicurezza per riuscire a farsi eleggere primo cittadino con la città che è diventata la capitale della criminalità dal suo
arrivo, ha lanciato l’allarme neve, sono subito nate polemiche e ironie. Certo
l’annuncio era tutt’altro che chiaro: le scuole sono aperte, ma potete non
andarci, ma i professori ci saranno.. etc etc… Di che perderci la testa per
decifrarlo. Di sicuro però il messaggio che arrivava era chiaro: domani
potrebbe nevicare e la città potrebbe rimanere bloccata. Potrebbe anche
non succedere, ma il rischio c’è e si tenta di correre ai ripari in tempo..
Critiche e perplessità. Un dubitare
di tutto, talvolta salvifico, ma che è un’altra delle eredità del
berlusconismo, caratterizzato da finte notizie, informazione manipolata e
speculazioni politiche. Un’eredità che ci ha portato conseguenze letali.
Persino a mettere in discussione un allarme neve: Chi ci sarà dietro? La Cia o
il Kgb? Cosa vogliono nascondere? Perché lo fanno.. domande più che lecite in
altre occasioni, meno in questa. La risposta è più banale di quel che sembra: l’allarme
neve lo hanno lanciato, perché potrebbe… nevicare!!! Le scuole le hanno
(semi)-chiuse per evitare disagi.
Un episodio che dimostra come la
politica e l’informazione devono riconquistare credibilità agli occhi della
gente, visto che persino l’immagine immacolata della Protezione Civile (vi
ricordate i trionfi di Bertolaso quando con Veltroni sindaco ospitò oltre un
milione di persone, con un organizzazione lampo, per i funerali di Giovanni
Paolo II) è uscita malconcia dal connubio con il nano. Basti pensare al G8 della
Maddalena, ma soprattutto all’episodio del terremoto dell’Aquila, quando Bertolaso
e la Protezione Civile invitarono senza motivo i cittadini a rimanere nelle
case, smentendo rischi particolari.
TRENITALIA - A finire nel tritacarne della
polemica in questi giorni di neve, sono finite anche le Ferrovie Statali, altrimenti dette Trenitalia. Qui
la questione è più spinosa. C’è una percentuale di disagio che è normale e che
va calcolata in frangenti del genere. E in questi casi un po' di indulgenza, o
meglio una reale presa visione delle condizioni meteo in cui si opera con una
parte intera della penisola sotto zero, va considerata. Per cui le lamentele
della serie: ecco basta un po' di neve e l’Italia si blocca, puntualmente arrivate,
non andrebbero prese in considerazione. Altro è la questione dei treni bloccati
per ore e ore sui binari nei pressi di Forli: un intercity neanche a farlo apposta.
Perché anche i Freccia Rossa sono rimasti bloccati, solo che li in due ore
hanno risolto il problema. In un caso trasbordando le persone, da un treno ad
un altro.
Non so, quale sia la ragione di
questa differenza di trattamento. O di tratta, semplicemente. Forse sulle linee
ad alta velocità è più semplice operare, perché sono più moderne. Certo è che
con la politica delle ultime stagioni di Trenitalia, tutta tesa a favorire l’alta
velocità, a prezzi interi (con le offerte si ragiona) tutt’altro che popolari, il
dubbio viene. Anche in questo caso c’è stata una discriminazione, dei treni, e
dei viaggiatori intercity… i primi
subito soccorsi, gli altri lasciati li per ore nell’improvvisato freddo
siberiano della Via Emilia.
L’unica certezza che proviene
da questi episodi è questa: se fossimo in un paese normale, in cui le cose in
situazioni di normalità funzionano relativamente bene, ci sarebbe forse più
indulgenza verso i disservizi causati da situazioni straordinarie e più fiducia e credibilità nelle istituzioni quando lanciano un banale allarme neve o quando spiegano i motivi di un guasto meccanico.
Ricostruire questa verginità è una delle sfide più difficili che aspettano la nuova Italia.
Questo articolo era nato contro le polemiche pretestuose, come quelle sulla chiusura delle scuole, quello che è successo dopo meritava sicuramente delle polemiche...
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