martedì 29 novembre 2011

CROLLA IL TG1, CROLLA L'ITALIA...


Sono tre anni che guardo solo i telegiornali di Rai Tre, La7 e Sky. Ho evitato accuratamente quelli di Rai Uno, Rai Due e dei tre canali Mediaset. Chiamarli telegiornali era, infatti, un’ offesa all’intelligenza, visto che si erano trasformati in armi di propaganda del Governo in carica. Pronti a incensare ogni parola e atto del nano, a rilanciare ogni falso “scoop” contro gli oppositori, magari creato ad arte dai servizi segreti di Niccolò Pollari e pubblicato casualmente sui giornali dell’ex presidente del Consiglio. Un vero e proprio gioco al massacro, fatto passare per informazione e addirittura quasi come una missione contro il controllo delle tv da parte  dei “comunisti”. Termine utile per indicare tutti quelli che si permettevano di criticare il Governo.




CROLLA IL TG1 - A quanto pare questa mia scelta personale, è stata fatta propria da tanti italiani. Domenica il Tg1, da sempre l’ammiraglia dell’informazione nazionale, è naufragato in termini di ascolti, passando dal quasi 30% a cui era abituato sino a qualche tempo fa, ad un ben più misero 16% e facendosi superare anche dal Tg3. In poco più di due anni il direttore Minzolini è riuscito nell’impresa di dimezzarne gli ascolti. Un vero e proprio capolavoro in negativo, che in trenta anni non era riuscito a nessuno dei suoi predecessori. Un fallimento di un sistema, che se esteso ad altri ambiti, fa capire bene come il potere di questi anni sia riuscito a portare sul lastrico il paese Italia. Il "sistema Minzolini” è stato applicato praticamente in ogni ambito, sia pubblico, che privato, nel quale i politici al potere in questi anni potevano arrivare, dalla Protezione Civile, alla FinMeccanica, con conseguenze drammatiche.


TG1/PAESE-ITALIA - Proviamo a considerare il Telegiornale come un’impresa: c’è un direttore Gianni Riotta che, pur essendo stato nominato dal precedente Governo, dal 2006 al 2009 aveva garantito con i suoi pregi e i suoi difetti,  una certa imparzialità e una discreta qualità dell’informazione, mantenendo buoni ascolti. Questo vuol dire che mantiene anche il pubblico e nel caso fosse un’azienda i clienti e i posti di lavoro.


SPAZIO AI RACCOMANDATI - Con le nomine del nano si cambia, invece, completamente rotta. Le credenziali per ambire ad una posizione importante come il Tg1 diventano altre: non la formazione, la preparazione o le capacità, come dovrebbe essere in un paese normale che mira a crescere. Il criterio di selezione è la fedeltà al nano, la capacità di tesserne le lodi in ogni momento, di favorire gli “amici” e sfavorire i nemici. 




TG1 - L'AQUILA, STESSO SISTEMA - Mettendo nell’angolo la professionalità di persone, in questo caso per esempio Maria Luisa Busi (La lettera di dimissioni), che dopo anni di conduzione del Tg1, ha preferito farsi da parte, piuttosto che mortificare la propria dignità. Ovviamente ad essere promossi sono tutti quelli che non danno fastidio al potere, anche se questo, quasi sempre, implica un abbassamento della qualità. E di conseguenza degli ascolti, della pubblicità, degli introiti e dei posti di lavoro.

Allargando i discorsi ad altri ambiti, questo vuol dire che in caso di assegnazione di appalti, come evidenziato da diversi scandali emersi anche per il terremoto dell’Aquila, i lavori non vanno assegnati alle ditte migliori, ma a quelle degli “amici”. Un vero e proprio schiaffo ad una città, che ha visto crollare palazzi, perché costruiti in maniera frettolosa e non adeguata, come ad esempio la Casa dello Studente, in cui persero la vita diversi ragazzi.


E L'ITALIA PERDE - Premiando gli amici, anche se incapaci, e mettendo da parte le persone o le aziende più adatte o addirittura all’ avanguardia, si decreta la morte di un paese. In piccolo è quello che Minzolini ha fatto al Tg1, con servizi inutili su animali e feste, con notizie nascoste e altre evidenziate in maniera sproporzionata, con vessazioni contro chi non si adeguava. Lui, è il sistema di potere di cui fa parte, hanno decretato il fallimento del Tg1. Questo sistema ha decretato il fallimento dell’Italia.


DIMISSIONI ORA - Ora Minzolini dovrebbe dimettersi. Ha fallito dal punto di vista dell'informazione, di bassa qualità, e anche degli ascolti, in caduta libera. Non è stato in grado di assolvere al compito, per il quale è stato chiamato e dovrebbe lasciare spazio a qualcuno in grado di farlo.

E come lui 
i vari Minzolini, messi in luoghi di potere solo per "amicizie", sparsi per l'Italia, per finalmente tornare a fare spazio ad una classe dirigente in grado di fare, o almeno che provi, a fare progredire il paese, piuttosto che dedicarsi a feste, festini, intrallazzi, trasmissioni televisive e polemiche varie!

Nessun commento:

Posta un commento